L’importanza dell’alimentazione nella cura della fibromialgia

La cura della fibromialgia può comprendere l’alimentazione? Vediamo insieme perché la risposta a questa domanda è sì, e quale è la migliore!
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Che cos’è la fibromialgia e come si cura con l’alimentazione?

Malattia poco conosciuta fino a qualche tempo fa, la fibromialgia è una condizione clinica caratterizzata da dolori muscolo-scheletrici cronici e diffusi in tutto il corpo, debolezza e stanchezza ingiustificate, uniti a rigidità dei muscoli.

Chi soffre di fibromialgia percepisce gli stimoli dolorosi in modo alterato, avvertendo dolore anche al semplice contatto, o rispondendo in modo eccessivo alla stimolazione dolorifica.

Questa patologia è definita anche sindrome fibromialgica, perché, oltre ai sintomi generali che abbiamo descritto, presenta una sintomatologia molto ampia, le cui manifestazioni variano nei diversi individui.

Negli ultimi anni la fibromialgia è stata oggetto di intenso studio, non solo per conoscerne i differenti aspetti, ma soprattutto per la ricerca di una cura (che includa anche la scelta di una particolare alimentazione) per questa malattia, che può essere molto debilitante e invalidante. 

Inoltre è stato dimostrato che uno degli elementi chiave per combattere la fibromialgia è la cura dell’alimentazione. Questa deve tendere all’assunzione di cibi sani e naturali, evitando per quanto possibile alimenti trasformati o lavorati, e prestare particolare attenzione al quantitativo di carboidrati, come vedremo tra poco.

Come vedremo insieme, secondo gli studi, una delle migliori strategie alimentari per la cura della fibromialgia è la dieta chetogenica

Vediamo ora invece insieme, un po’ più da vicino, che cosa è la fibromialgia, e che cosa è possibile fare per curarla, anche con l’alimentazione.

Quali sono le cause della fibromialgia? 

Negli ultimi anni si è scoperto tra l’altro che, mentre l’insorgenza dei primi sintomi della fibromialgia si possono palesare a qualsiasi età, con punte nella fascia tra i 40 e i 60 anni,  la maggior frequenza dei casi si ha nelle donne (più del 90%).

Se è vero che la sintomatologia fibromialgica è nota e riconoscibile, altrettanto non si può dire delle sue cause.  La ricerca scientifica per ora ha formulato diverse ipotesitutte comunque che riguardano un’origine multifattoriale, tra i cui elementi possiamo citare:

  • Genetica: nei pazienti con fibromialgia, i recettori di alcuni importanti neurotrasmettitori che giocano un ruolo fondamentale nei meccanismi di elaborazione del dolore, come la serotonina e la dopamina, si comportano in modo anomalo.
  • Ansia e stress: una serie di patologie, come depressione, disturbi psicosomatici legati all’ansia, o causati da stress, possono predisporre all’insorgenza della fibromialgia.
  • Comorbilità: chi soffre di malattie reumatiche, come artrite reumatoide, lupus eritematoso, spondilite anchilosante, tende a sviluppare la fibromialgia.
  • Infezioni e traumi: è stato osservato che la fibromialgia si manifesta spesso dopo una malattia virale con aumento della temperatura corporea, dopo un intervento chirurgico, e anche dopo un incidente. 
  • Disturbi del sistema digerente: non è ancora stato stabilito con certezza se i disturbi del sistema digerente, anche provocati dal tipo di alimentazione, siano causa o conseguenza della fibromialgia; cosa accertata invece è che la maggior parte dei fibromialgici soffre di questi disturbi.

Esistono fattori di rischio per la fibromialgia?

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Si, esistono alcuni fattori di rischio, tra i quali i più importanti sono:

  • Sesso: come detto che più del 90% di chi sviluppa la fibromialgia è donna, quindi la popolazione femminile è più a rischio.
  • Ereditarietà: poiché tra le cause della fibromialgia sono contemplati anche fattori genetici, perciò ereditabili, avere membri della propria famiglia che hanno contratto questa malattia può essere un fattore di rischio.
  • Patologie reumatiche: come abbiamo visto soffrire di una malattia reumatica è contemplata come una delle cause della fibromialgia, quindi essere predisposti a patologie autoimmuni è un elemento di rischio importante.

Quali sono i sintomi della fibromialgia?

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La sindrome fibromialgica interessa principalmente l’apparato muscolo-scheletrico, ma non sono solo ossa, tendini, articolazioni, legamenti e cartilagini a soffrire. Vediamo alcuni dei principali sintomi, a carico del sistema muscolo-scheletrico, neurologico e neurovegetativo:

  • dolori simili a punture diffusi in tutto il corpo;
  • dolore alla palpazione dei “tender points” (punti del corpo specifici che se pressati provocano dolore a chi soffre di fibromialgia);
  • dolore alle ossa e articolazioni rigide al mattino;
  • crampi muscolari e gonfiore alle articolazioni;
  • senso di profonda spossatezza e cefalea;
  • dolori mestruali e dolori al seno;
  • anomalie del sonno; 
  • intestino irritabile e infiammazione della vescica;
  • senso di disorientamento, a volte con nausea o capogiri;
  • difficoltà di concentrazione, confusione mentale, deficit di memoria e depressione;
  • secchezza oculare e della bocca.

La cura della fibromialgia

Secondo molti esperti, allo stato attuale non è possibile produrre un protocollo per la cura della fibromialgia univoco e adatto a ogni persona che soffre di questa malattia. Questo perché, come già evidenziato,  lo spettro delle manifestazioni patologiche è molto ampio, così come le reazioni individuali. 

Il metodo curativo più utilizzato comprende l’associazione di una serie di terapie diverse, dalla farmacologia tradizionale a criteri di tipo comportamentale, come la cura dell’alimentazione. Questo approccio, che possiamo definire olistico – perché interviene sulla persona considerandola nel suo insieme, attribuendo uguale importanza a corpo, mente e spirito – oltre a avere i consensi della comunità medica, è risultato anche il più efficiente nell’alleviare i pesanti sintomi della fibromialgia.

Detto questo, tra le principali terapie utilizzate, possiamo considerare:

  • utilizzo di farmaci (analgesici, anti-infiammatori non steroidei, farmaci per rilassare la muscolatura, sedativi, antidepressivi);
  • agopuntura;
  • ipnoterapia e biofeedback (intervento psicofisiologico);
  • cura dell’alimentazione;
  • terapie di tipo cognitivo comportamentale (come, ad esempio, la pratica della mindfulness);
  • attività fisica e allenamenti;
  • yoga e tai chi;
  • cure termali.

Il ruolo dell’intestino nella cura della fibromialgia

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La buona salute dell’intestino è molto importante per il nostro benessere in generale, e per la cura della fibromialgia in particolare.

Gli effetti di una mucosa intestinale che presenta fenomeni infiammatori possono ricadere su diversi distretti corporei, avere ripercussioni sul sistema immunitario, e anche alterare  il tono dell’umore.

Per esempio l’infiammazione dovuta a ipersensibilità e/o l’intolleranza al glutine può provocare l’aumento della permeabilità intestinale, che causa lo squilibrio della flora batterica dell’intestino. Ciò è responsabile, oltre alla comparsa di fastidioso gonfiore addominale con possibilità di coliche e diarrea alternata a stipsi, anche di un peggioramento dei dolori muscolo-scheletrici. 

La produzione della già citata serotonina, neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore e che a volte viene definito l’ormone della felicità, avviene principalmente nell’intestino; se quest’organo è infiammato produce un eccesso dell’ormone. Questo innesca un processo che porta alla sua diminuzione nei circuiti cerebrali, con la comparsa di uno stato depressivo.

L’alimentazione nella cura della fibromialgia

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Una corretta alimentazione è fondamentale per alleviare e contribuire alla diminuzione dei sintomi provocati dalla fibromialgia. Fra tutti gli alimenti che compongono la dieta per la cura della fibromialgia, particolare cura va riservata alla scelta del tipo e della quantità di carboidrati da utilizzare. 

Questo perché la cura dell’alimentazione in caso di fibromialgia necessita in primis della radicale riduzione degli alimenti che aumentano il livello degli zuccheri nel sangue, e che se assunti in grande quantità sono anche causa  dell’incremento del peso corporeo. 

L’aumento dei livelli di zucchero nel sangue e sovrappeso sono fattori molto dannosi per le persone con fibromialgia.

Nel primo caso perché è stato dimostrato che esiste una correlazione tra eccesso di glucosio e abbassamento della soglia del dolore; l’accumulo di grasso corporeo è dannoso invece perché aumenta l’infiammazione, in particolare dell’intestino, con gli effetti che abbiamo appena ricordato.

Quali alimenti scegliere in caso di fibromialgia

Un’alimentazione corretta e antinfiammatoria, come la dieta chetogenica, può aumentare il livello di energia, aiutare a rimanere fisicamente attivi e apportare una migliore condizione di benessere generale a chi soffre di fibromialgia.

Ѐ importante assumere cibi ricchi di antiossidanti, che bloccano la formazione di radicali liberi – sostanze che danneggiano le cellule – e alimenti con alto contenuto di amminoacidi essenziali, per evitare carenze proteiche.

Occorre inoltre integrare la dieta con una quantità idonea di verdure, tra le quali meglio preferire  vegetali dal potere antinfiammatorio. L’alimentazione per la cura di questa malattia dovrebbe comprendere anche alimenti ricchi di coenzima Q10, una molecola organica dalla struttura simile alle vitamine K e E, utile nell’alleviare i sintomi di diverse malattie, tra le quali la fibromialgia. 

Gli elenchi che seguono forniscono esempi dei tipi di alimenti che possono essere utilizzati per la cura della fibromialgia. Tuttavia, poiché le persone che soffrono di questa patologia hanno spesso sensibilità o intolleranze alimentari, un cibo adatto a una persona può non essere idoneo per un’altra. Quindi, a parte quegli alimenti, come i carboidrati, che sono sicuramente da contenere, per gli altri cibi è necessario sperimentare e scegliere quelli più appropriati al proprio organismo.

Alimenti ad alto contenuto di antiossidanti:

  • cavolini di Bruxelles;
  • peperoni;
  • pomodori;
  • cetrioli;
  • avocado;
  • cioccolato fondente;
  • frutta guscio;
  • frutti rossi, come mirtilli, lamponi e more;
  • olio extravergine di oliva.

Alimenti ad alto contenuto di amminoacidi:

  • carni rosse e pollame;
  • pesce azzurro;
  • yogurt con almeno il 5% e latticini;
  • proteine ​​vegetali, come tempeh e seitan.

Alimenti ad alto contenuto di coenzima Q10:

  • interiora e carne di manzo;
  • sardine e sgombri;
  • arachidi.

Alimenti antinfiammatori di origine vegetale:

  • verdure a foglia verde, come spinaci, rucola e crescione;
  • curcuma;
  • tutti i semi oleosi, come i semi di chia e semi di lino;
  • mirtilli e frutti di bosco.

La dieta chetogenica nella cura della fibromialgia 

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I carboidrati, come già ricordato, devono essere oggetto di particolare attenzione, nell’alimentazione per la cura della fibromialgia.

Gli studi dimostrano che una dieta ad alto contenuto di carboidrati è da evitare, perché provoca il peggioramento dei sintomi.

Ѐ stato accertato che l’alimentazione chetogenica ha importanti effetti positivi nella cura di pazienti affetti da fibromialgia.

Adottare una dieta chetogenica per la cura della fibromialgia significa adottare una strategia nutrizionale che comporta l’assunzione di una buona quantità di grassi sani, un adeguato apporto di proteine e la riduzione drastica dell’apporto di carboidrati.

Questo causa una condizione fisiologica chiamata chetosi, utile per controllare il peso corporeo, riequilibrare il metabolismo energetico, attenuare lo stress ossidativo e l’infiammazione.

Come risultato, grazie alla chetogenica si osserva un miglioramento di molti dei sintomi tipici di questa malattia, come ad esempio l’aumentata sensibilità al dolore, la minore resistenza alla fatica, il peggioramento della qualità del sonno e del tono dell’umore, con un ritorno a una più soddisfacente qualità della vita.

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