Cosa non mangiare con il colon irritato? Se convivi con questo problema, quasi certamente ti sarà capitato di voler fare il punto sulla tua alimentazione quotidiana.
Come forse avrai già sperimentato, determinati alimenti sembrano proprio peggiorare le manifestazioni della colite. Tra le persone che hanno partecipato ai vari studi sul colon irritabile o la diverticolite, è emerso che cioccolato, alcol, piatti speziati o molto dolci tendano ad infiammare le pareti intestinali causando maggiore dolore e disagio.
Fortunatamente però, le evidenze scientifiche emerse sino ad oggi suggeriscono che eliminare alcuni cibi può essere utile per alleviare immediatamente sintomi più fastidiosi del colon irritabile.
Lo sapevi per esempio che anche alcune verdure possono avere un effetto negativo sul transito intestinale e aumentano il rischio di scatenare la sindrome dell’intestino irritabile?
Se sei curioso di saperne di più, in questo articolo trovi un’analisi approfondita di cosa non mangiare con il colon irritato, senza per questo dire addio a pranzi e cene gustosi e sazianti! Come? Ad esempio, grazie alla dieta chetogenica, un’alimentazione low carb dai numerosi benefici!
Colon irritato: un disturbo complesso


Il colon irritato, noto anche come sindrome dell'intestino irritabile (in inglese IBS, acronimo di “Irritable bowel syndrome”), è una condizione intestinale che colpisce milioni di persone in tutto il mondo.
Caratterizzato da sintomi come dolore addominale, gonfiore, crampi e alterazioni delle abitudini intestinali, questo disturbo può avere un impatto significativo sulla qualità della vita quotidiana, portando chi ne soffre a dover modificare non di poco le proprie routine.
Comprendere ed elencare le cause del colon irritabile è da sempre una grande sfida per le scienze mediche: al contrario di altre patologie, come per esempio la celiachia, l’IBS si manifesta quasi sempre in maniera multiforme e complessa.
Ad oggi si ritiene che questa sindrome abbia la tendenza a cronicizzarsi, e sia influenzata da una combinazione di fattori, tra cui stress, disfunzioni del sistema nervoso intestinale, alterazioni della flora batterica e, come facile immaginare, dalla dieta.
Ecco perché una gestione efficace del colon irritabile richiede un’analisi approfondita di tutti gli aspetti appena elencati, senza tralasciare per esempio l’influsso di una dieta errata o di un benessere mentale trascurato troppo a lungo.
Ad esempio, uno studio del 2020 pubblicato sul Journal of Affective Disorders, evidenzia che il colon irritabile e i disturbi come ansia e depressione tendono a comparire insieme fino all’84% delle volte.
Cosa non mangiare con il colon irritato: elenco


Molti pazienti affetti da sindrome del colon irritabile associano i propri sintomi all’ingestione di alimenti specifici. Non è quindi un caso che negli ultimi anni la ricerca scientifica si sia focalizzata sempre più sul rapporto tra dieta e intestino sensibile.
I risultati emersi sono piuttosto confortanti: in diversi studi è stato evidenziato che l’eliminazione di alcuni cibi influenza fortemente la qualità delle funzioni intestinali, migliorando la permeabilità intestinale, il transito e la qualità delle feci e non da ultimo riducendo i dolori più frequenti.
Gli alimenti considerati “nemici” del colon sono indubbiamente numerosi, anche se non devono essere ricondotti per forza alla comparsa dei sintomi della IBS vera e propria. Spesso infatti, sono le quantità a creare disturbi intestinali, pertanto un’eliminazione completa di alcuni alimenti è consigliata solo a coloro i quali è già stata diagnosticata la patologia.
Non dimentichiamo che il primo fattore da tenere in considerazione è la sensibilità personale a ciascun alimento. Fatte le dovute premesse, ecco la lista dei cibi che viene consigliato di eliminare per ridurre i sintomi del colon irritabile.
Latte e latticini


La maggior parte dei protocolli terapeutici incentrati sulla cura della sindrome del colon irritabile consigliano di limitare fortemente o di eliminare dalla dieta il latte e i suoi derivati, con alcune eccezioni.
Questa scelta è basata sulle numerose evidenze di laboratorio che collegano alla comparsa dei sintomi il consumo di lattosio, uno zucchero naturale presente nel latte dei mammiferi che è composto da zuccheri semplici, il glucosio e il galattosio.
Ecco perché prima di eliminare questo alimento è anche possibile sostituire al normale latte vaccino prodotti privi di lattosio. In caso di sintomi persistenti tuttavia, sarà opportuno eliminare dalla dieta:
- latte vaccino fresco e a lunga conservazione;
- formaggi freschi;
- formaggi stagionati;
- gelati artigianali e confezionati;
- latte condensato;
- merendine, preparazioni dolciarie e di pasticceria contenenti crema di latte;
- panna;
- burro.
Sì invece allo yogurt e al kefir, anche in questo caso meglio se senza lattosio o di origine alternativa a quella vaccina (es. yogurt di capra).
Una volta operata questa modifica alla dieta tuttavia, si consiglia di consultare uno specialista che potrebbe indicare un’accurata integrazione di calcio tramite fonti alternative.
Zuccheri a catena corta e dolcificanti
Proprio come visto con il lattosio, anche altri zuccheri possono avere un influsso negativo sulla salute intestinale e sulla naturale attività fisiologica. Ecco quindi che se sperimenti sintomi come dolore addominale, crampi, diarrea o stitichezza, potrai trarre beneficio dall’eliminazione di:
- saccarosio, il comune zucchero da tavola. Questo alimento inserito nella maggior parte dei piatti (compresi quelli salati), è prodotto dalla lavorazione di barbabietole o canne da zucchero, ed è composto da fruttosio e glucosio. Se ami aggiungere alle tue tisane zollette o cucchiani di zucchero quindi, il consiglio è di provare dolcificanti naturali come la stevia;
- fruttosio, ovvero lo zucchero naturalmente contenuto nella frutta. Ecco perché gli esperti consigliano di eliminare anche pesche, prugne, agrumi, meloni, angurie e pere, particolarmente ricche di questa sostanza;
- dolcificanti come aspartame, acesulfame, xilitolo e mannitolo, tra i peggiori nemici del colon in quanto creano fermentazione.
Ne consegue che anche gli alimenti arricchiti industrialmente o artigianalmente con lo zucchero come le marmellate, le caramelle e i cioccolatini andrebbero rimossi dalla dieta.
Cereali e legumi


Anche un forte consumo di pane e derivati del frumento può essere correlato con un peggioramento dei sintomi della sindrome del colon irritabile. Attenzione però! Tra i nemici dell’intestino rientrano, a seconda dei casi, anche i cereali integrali.
Questi alimenti, normalmente consigliati soprattutto all’interno della dieta mediterranea, non sempre sono compatibili con chi soffre di IBS. Le fibre alimentari infatti, per loro natura concorrono ad accelerare il transito intestinale, andando a ammorbidire le feci e ad aumentarne il volume.
Se tra i tuoi sintomi vi sono diarrea e flatulenza, il consiglio è quello di eliminarli o limitarli fortemente. Anche la pizza, la focaccia, le brioche e tutti gli altri prodotti da forno dovrebbero essere evitati.
Per quanto riguarda i legumi il discorso è simile, in quanto fagioli, ceci e lenticchie sono composti in parte da zuccheri ed in parte da fibre, elementi di difficile assimilazione per chi soffre di IBS.
Verdure
Se il ruolo dannoso di latticini e zuccheri sull’intestino è spesso facile da comprendere, capire perché sia giusto eliminare alcune verdure dalla dieta può rivelarsi più complesso. Come è possibile che alimenti ricchi di acqua, fibre e minerali debbano essere esclusi dall’alimentazione?
La risposta anche in questo caso va ricondotta al quantitativo di fibre e alla tipologia di micronutrienti presenti in ciascun cibo. Se si soffre di IBS, spesso viene consigliato di limitare:
- broccoli;
- cavolfiori;
- cavoli;
- cavolo rapa;
- cime di rapa;
- rape;
- ravanelli;
- cipolle;
- aglio;
- sedano;
- rucola;
- carciofi;
- peperoni;
- pomodori;
- cetrioli.
Le verdure elencate sopra (molte delle quali appartenenti alla famiglia delle crucifere) contengono in forma variabile una notevole quantità di fibra insolubile, più difficile da assimilare per alcune delle persone affette da colon irritabile.
Queste fibre inoltre possono peggiorare la diarrea e aumentare il volume delle feci, ma anche il dolore addominale avvertito durante il transito di queste ultime. Non da ultimo, esse creano fermentazione e conseguente accumulo di gas intestinale.
Anche verdure contenenti acido citrico, acido ascorbico o acido malico come peperoni e pomodori possono avere un effetto irritante sul colon.
Alcuni soggetti possono trarre beneficio dalla cottura di alcuni degli ortaggi riportati nell’elenco, la quale dovrà però sempre essere eseguita senza l’aggiunta di grassi saturi (frittura) e/o grandi quantità di sale.
Spezie, cibi piccanti e salati


L’opinione medica sulla correlazione tra cibi piccanti e spezie con la sindrome del colon irritabile è ad oggi contrastante.
Se da un lato è emerso che moltissimi pazienti soffrono dolori e sintomi accentuati di intestino irritato dopo aver mangiato peperoncino, aglio, paprika, curcuma, liquirizia o cacao, tale affermazione non è però vera per tutti.
Il consiglio in questi casi è quindi di monitorare attentamente la reazione del corpo a questi cibi, così da poter avere un quadro di lungo periodo e un risultato personalizzato.
Ancora una volta è poi rilevante il discorso delle quantità: mentre una spolverata di spezie sul piatto finito si rivela spesso ininfluente, cucinare e cuocere piatti ricchi di grassi o carboidrati in salse fortemente piccanti e speziate può avere effetti negativi sull’apparato gastrointestinale nel suo complesso.
Anche la gestione del sale può essere centrale nella terapia della sindrome del colon irritabile. Presta quindi attenzione a tutti quegli alimenti arricchiti con sale come:
- salumi e insaccati;
- alimenti a lunga conservazione come carne, pesce e verdure in scatola;
- dadi alimentari per zuppe e brodi;
- alimenti surgelati;
- snack come patatine e crackers.
Caffeina e alcolici
La correlazione tra caffeina e la sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è stata oggetto di studio, e molte persone con IBS riferiscono una sensibilità alla caffeina. Nonostante ciò è importante notare che l'effetto di questa sostanza possa variare da persona a persona, portando a differenti quadri sintomatologici.
In linea di massima, se l’evacuazione comporta spesso episodi di diarrea, crampi e flatulenze, il consiglio è di eliminare dalla dieta:
- caffè espresso, della moka o americano;
- tè classico, nero o verde, ma anche tè alla menta;
- bevande energetiche contenenti caffeina;
- bevande gassate zuccherate o contenenti dolcificanti;
- alcolici di qualunque gradazione.
L’assunzione di alcol dovrebbe sempre e comunque essere limitata ad un massimo di un bicchiere di vino a pasto, una quantità che si riduce ulteriormente nel caso di bevande superalcoliche.
Su questo aspetto comunque è bene notare come le prove scientifiche finora raccolte non permettano di confermare la correlazione tra alcol e sindrome del colon irritabile. Questa evidenza è piuttosto ancora una volta correlata alle quantità di prodotto consumato: più si beve alcol, maggiore è la probabilità di sperimentare IBS o sintomi ad essa correlati.
La dieta chetogenica: un alleato prezioso contro l’intestino irritabile
Ora che è chiaro cosa non mangiare con il colon irritabile, è venuto il momento di conoscere quella che secondo alcuni studi rappresenta una scelta alimentare indicata per contrastare i fastidi intestinali dell’IBS: stiamo parlando della dieta chetogenica, un’alimentazione a basso contenuto di zuccheri e ad elevata concentrazione di grassi sani perfetta per chi non vuole sentirsi gonfio e appesantito.
Ma come è strutturata e soprattutto, cosa si mangia in chetogenica? Prima di tutto occorre sottolineare che questa alimentazione si basa su una suddivisione specifica dei nutrienti, ovvero:
- il 70-75% delle calorie consumate deve provenire da grassi sani;
- il 20-25% da proteine;
- il 5-10% da carboidrati.
Sedendosi a tavola questo si traduce in piatti ricchi di ingredienti nutrienti, saporiti e dall’elevato potere saziante.
A ben guardare inoltre, la maggior parte degli alimenti consentiti in questo schema alimentare low carb è compatibile con una dieta per la sindrome del colon irritabile.
Ecco una lista esaustiva di cibi chetogenici amici dell’intestino sensibile (che puoi integrare con la lista completa di alimenti chetogenici che trovi in questa tabella):
- pesce azzurro come salmone, sgombro, aringa, tonno, lampuga, merluzzo, ma anche pesce spada, orata, branzino e altri prodotti ittici;
- carni magre di vitello e maiale, ma anche pollo, tacchino e ovino, a patto che siano cotte con tecniche che escludano l’aggiunta di grassi come burro o frittura;
- frutta a guscio e semi oleosi (semi di lino, semi di chia) privi di sali o zuccheri aggiunti;
- grassi sani prevalentemente contenuti in olio extravergine di oliva e avocado;
- verdura a foglia verde come spinaci, bietole, insalata;
- frutti rossi come mirtilli, lamponi, fragole;
- yogurt greco senza zuccheri aggiunti.
Vietati invece tutti i derivati del grano, le patate, le carote e gli alimenti ricchi di grassi saturi o idrogenati. Nota bene: di norma la dieta chetogenica consente l’assunzione di formaggi grassi e stagionati, ma nel caso in cui tu voglia seguirla per alleviare il colon irritabile, il consiglio è di escludere questi ultimi. Da valutare sarà come sempre ciascun caso separatamente.
Conclusione: eliminare alcuni cibi può aiutare a combattere il colon irritato


Non c’è dubbio: esplorare e adottare una dieta mirata può rappresentare un passo significativo nella gestione del colon irritabile.
Rinunciare a certi alimenti, come quelli ad alto contenuto di carboidrati raffinati e grassi saturi, rappresenta nella maggior parte dei casi una soluzione vincente e concreta per ottenere sollievo dai sintomi più dolorosi.
Grazie a schemi low carb come la dieta chetogenica infine, ricchi di antiossidanti e sostanze nutritive benefiche, modificare le proprie abitudini è ancora più semplice.
Ricorda: non sei solo in questo percorso! Con i consigli di oggi e la consulenza del tuo professionista di fiducia, puoi sviluppare una strategia personalizzata che ti permetta di godere di un rinnovato benessere intestinale e di un meritato e piacevole relax!